22 GIUGNO 2022 | WELL

PHYGITAL EDITION


La pandemia ha cambiato la vita di tutti, determinando stravolgimenti sociali profondi.

Per questo, una delle priorità nelle aziende è mantenere il focus sui bisogni delle singole persone, sempre più difficili da cogliere nelle nuove modalità di lavoro a distanza. È necessario quindi puntare sull’innovazione per realizzare iniziative customizzate nella filiera del benessere.

In un mondo che ha già sperimentato tanto, come trovare la chiave per innovare? Scopriamolo insieme in Evolution WELL

Let's talk about #INNOVATION


INNOVAZIONE E TRASFORMAZIONE DIGITALE PER LA SOSTENIBILITÀ

Claudio Farina
Executive Vice President Digital Transformation & Technology
Snam


"Qual è l'idea di innovazione in Snam?
Quali sono i benefici che state ricercando attraverso questa idea?

Nonostante il periodo estremamente complicato, Snam sta continuando a garantire sicurezza e affidabilità delle forniture di gas e nel medio lungo periodo si sta lavorando affinché Snam sia partner e guida del processo di transizione ecologica ed energetica. Tutto il compartimento energetico è chiamato a fare un salto in avanti rispetto la capacità di rispondere alle sfide del contesto.
L'adozione dell'innovazione e della tecnologia, da parte dell'impresa e delle persone, è un fattore abilitante chiave per vincere queste sfide.
La tecnologia per Snam deve essere rilevante per le persone e avere una capacità di incidere nei processi e nel lavoro quotidiano. Ma deve essere anche inclusiva: quando si applica non può lasciare indietro nessuno.

In quale ambito state facendo le esperienze più interessanti?

Abbiamo tanti esempi significativi, ne cito due in particolare:
1) Abbiamo adottato sistemi di manutenzione predittiva sugli apparati Snam che, dovendo garantire una continua operatività 24/7, possono minimizzare i costi ma anche i tempi di fermo macchina, grazie a un sistema che raccogliere 1 miliardo e 200 milioni di dati dalle 53 turbine che spingono il gas. Abbiamo una Data Platform e un'applicazione di AI che analizza e incrocia real time i dati. Grazie a questo sistema si è predetto un malfunzionamento che è costato il 90% in meno rispetto al costo che avremmo dovuto sostenere a fronte di un fermo macchina di 4/5 mesi.
2) Abbiamo un sistema di Workforce Management per tecnici e operai che sul territorio ricevono giornalmente l'elenco delle attività del giorno e i materiali necessari per svolgerle. Questo ha permesso di non dover passare in ufficio minimizzando i contatti (utilissimo nel periodo pandemico). Inoltre andando direttamente sul posto di lavoro la percorrenza si è ridotta del 15% di kilometri all'anno."

LE PERSONE AL CENTRO: CONIUGARE PURPOSE, INNOVAZIONE E CULTURA A FAVORE DEL WELLBEING

Paola Boromei
Executive Vice President HRO & FM
Snam


"Che ricadute ha sui processi HR la corsa all'innovazione tecnologica? Come il dipartimento HR supporta l'innovazione?

L'innovazione è per tutti, è un fattore straordinariamente inclusivo di per sé.
In Snam abbiamo una caratteristica di dispersione sul territorio importante (oltre 100 sedi). In questi ultimi anni, in questo percorso di digitalizzazione e di valorizzazione delle tecnologie, è importante avere tutte le persone a bordo, non solo in termini di formazione, ma come mindset e come elemento di cultura realmente percepito da tutti nel concreto.
Abbiamo lavorato, come prima cosa, sull'organizzazione per renderla meno gerarchica e più lean, utilizzando molto la leva della comunicazione interna come abilitatore.

La tecnologia è per Snam un acceleratore del miglioramento del modo di lavorare. Per questo abbiamo puntato sull'Opening Innovation, in sinergia con la funzione Digital, coinvolgendo 100 startup esterne, ovvero 100 idee sviluppate poi internamente. Questa iniziativa, come altre di "Snam Innova", hanno permesso di uscire dall'isolamento e di ricreare dei punti di innovazione anche virtuali.

Qual è l'idea di benessere che state perseguendo?

Ci basiamo sul paradigma People Centricity.
è un benessere a 360°, che parte da un percorso manageriale fatto per abilitare i Leader dell'organizzazione a essere dei manager più sostenibili e nel calibrare delle forme di flessibilità e di conciliazione nei confronti delle persone, abilitando nuove modalità di lavoro. Dall'altro ci siamo dedicati a programmi organici legati a servizi, nell'ottica di accrescere il benessere delle persone (alimentazione, salute e mental health). Nell'ottica di aumentare la percezione di Snam come una realtà inclusiva è stata lanciata l'Inclusion Week, orientata all'ascolto e alla comprensione.

Quali sono gli indicatori che tenete sotto controllo e che sono più strategici?

Un indicatore su tutti, che permette di confrontarci con il mercato, è sicuramente l'engagement delle persone, che ad oggi è all'83%.
Abbiamo quindi lavorato su più livelli:
-Lanciando a tutta la popolazione aziendale una survey sulla smart leadership.
-Siamo un'azienda di competenza, gli indicatori inerenti alla formazione sono un valore da considerare.
-Tutte le iniziate lanciate per il benessere raccolgono un paniere di informazione che ci consentono un monitoraggio strategico."

LA PAROLA AL TECHNICAL PARTNER

LA STRATEGIA DI WELLBEING COME ELEMENTO CENTRALE DEI PROCESSI DI INNOVAZIONE: IL PERCHÉ OLTRE ALLA COSA

Francesca Rizzi 
CEO & Co-Founder 
Jointly il welfare condiviso

+

"Quali sono le buone ragioni per implementare una strategia di wellbeing?

La definizione data dall'International Labour Organization di corporate wellbeing è tutto quello che l'azienda fa per garantire una migliore qualità dell'esperienza lavorativa per i propri lavoratori, dove ciascuno può esprimere al meglio il proprio potenziale umano. Parliamo quindi dell'insieme dei processi e sistemi integrati volti a supportare le persone nei momenti di bisogno personale e professionale, dove queste due dimensioni sono due elementi intrecciati.

In un mondo che si sta trasformando i modelli organizzativi non possono più essere quelli del secolo scorso.
Come in tutte le dimensioni strategiche nelle trasformazioni di impresa la direzione HR deve andare dall'amministratore delegato con un business case che riduca i costi e aumenti i ricavi.

Dati recenti del Politecnico di Milano di Gallup:
-44% delle aziende ha difficoltà ad attrarre talenti.
-45% dei dipendenti pensa di cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi.
-Tra gli elementi di scelta del lavoro c'è anche l'offerta dell'esperienza lavorativa (benessere e caring leadership).

L'aumento di turnover e la difficoltà di coprire le posizioni vacanti hanno un impatto stimato tra il 10% e il 12% sul costo del lavoro.

Dati dell'ultima ricerca Gallup risalente a un mese fa:
-il 14% dei dipendenti (europei) non si sente incluso e valorizzato nell'organizzazione.
Questo è un dato drammatico se pensiamo che l'engagement è l'indicatore meglio correlato con i dati di produttività e creatività.
Dove c'è creatività c'è capacità di innovare: le persone sono portatrici di innovazione in quanto sono in grado di abbracciare le tecnologie e declinarle in base alla propria organizzazione.

Un ricerca dell'università Cattolica, che considera il mercato italiano, dimostra che le organizzazioni che adottano politiche di wellbeing chiamate "wellbeing champion", ovvero più strutturate e efficaci, hanno dei dati di engagement del 15% migliori rispetto al resto del campione.

Qual è il maggior ambito di innovatività in ottica di wellbeing e come lo si osserva?

La domanda più ricorrente che ci rivolgono le aziende è: come posso innovare la strategia di corporate wellbeing?
Ma questa domanda è sempre molto focalizzata sul cosa posso offrire? Non crediamo sia il modo giusto per arrivare all'obiettivo.
Oggi misuriamo l'innovatività delle politiche di corporate wellbeing usando 5 assi:
-coerenza strategica
-cultura dell'ascolto
-offerta integrata di wellbeing
-capacità di engagement
-misurazione degli impatti: è fondamentale dotarsi di un approccio al dato completamente diverso dal passato. Non misurando solo i dati in termini di output, che è un primo livello di indagine, ma dotandoci di una serie di indicatori che monitorino lo stress, la capacità di work life balance e mental health. Questi indicatori esistono in letteratura con metriche scientifiche e documentate per usarle nelle organizzazioni."

L’ASCOLTO PER IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA IL BENESSERE INDIVIDUALE E LE POLICY STANDARD

Clemente Perrone 
Chief Human Resources Officer 
Sirti


"Come è cambiata la tua idea di benessere organizzativo?

Il benessere organizzativo ha una complessità che dipende dalle prospettive che, nel nostro lavoro, comprendono quelle dell'individuo vs azienda. Da un lato l'individuo ha una percezione tailor made di quello che dovrebbe essere il benessere, influenzato nella forma da fattori anagrafici, dal genere, dall'appartenenza geografica, dal grado di istruzione e dal contesto sociale di riferimento. Dall'altro l'azienda ha necessità di agire da policy maker su dinamiche standard.
Sirti ospita 4 generazioni di risorse. Per questo la piattaforma del benessere deve in qualche modo mediare l'esigenza di leggere, attraverso uno standard, l'equità e il merito e la necessità dell'individuo di sentirsi parte di un ecosistema.
Credo che il lavoro sulla cultura manageriale possa abilitare il giusto bilanciamento tra benessere individuale e benessere d'impresa.

Quali competenze il Team HR deve integrare e come il profilo professionale HR evolverà in futuro?

Non si può essere scevri dal doversi confrontare sulle numeriche e su una dinamica di ritorno sugli investimenti.
In letteratura abbiamo KPI in grado di generare una misura olistica del benessere rispetto gli investimenti, ma come HR abbiamo necessità di un approccio curioso, abbandonando la cultura che penalizza l'errore, parte di un processo di creatività, necessario per migliorare.

Chi assumeresti oggi nel tuo staff? Uno filosofo, uno psicologo o un Data Scientist?

Una persona in grado di pensare e risolvere i problemi"

DALL’ENGAGEMENT DATA COLLECTION ALL’IMPLEMENTAZIONE:
CO-LEADERSHIP TRA BUSINESS E HR PER
IL WELLBEING AZIENDALE

Fabio Colombo 
HR Sr Director EMEA, Business HR and People Strategy 
Whirlpool


Cosa avete imparato nell'implementare programmi di wellbeing in azienda?

Il wellbeing è una nozione dinamica e cambia continuamente in base alle esigenze delle persone.

La strategia di wellbeing sulla quale abbiamo puntato è multiforme, essendo la popolazione di Whirlpool molto frammentata e sparsa sul territorio.
Consideriamo i dipendenti come una sorta di clienti finali e per questo abbiamo l'obiettivo di lavorare al meglio sul loro journey rendendolo perfetto come quello dei nostri consumatori.

-Le multinazionali si concentrano su molte iniziative, ma l'importante, secondo il mio parere, è concentrarsi su poche ma fatte molto bene che possano diventare best practice a livello regionale e quindi globale.

-Non si può pensare al wellbeing, all'engagement o alla carriera come pezzi di un puzzle separato. La persona ha delle esigenze multiformi all'interno della propria esperienza.

-La tecnologia è molto importante ma non è tutto. Il periodo della pandemia ci ha portato a pensare che la tecnologia risolvesse una serie di aspetti umani che in realtà sono addirittura più preponderanti.
Dagli ultimi dati di engagement è emerso infatti un dato particolarmente rilevante sul tema del contatto umano.
Questo dato è stato confermato nella nostra realtà in quanto davanti ad una scelta se lavorare da casa o in ufficio, quest'ultima ha avuto molto successo.

-L'engagement, come il wellbeing, sono spesso in capo all'HR che fa il piano per la creazione di benessere dei dipendenti. Quello che abbiamo sperimentato è la co-leadership tra il business e l'HR. Il business si prende cura dei dipendenti insieme all'HR, che diventa un enabler del benessere organizzativo. Solamente con questa impostazione possiamo essere sicuri che il wellbeing diventi un elemento costante della mission della company e della value proposition che possiamo offrire ai dipendenti costantemente.

Ci racconti l'approccio olistico di Whirlpool rispetto al benessere percepito?

Volevamo fare qualcosa di valore per l'azienda, uscendo dall'ottica di trend. Abbiamo quindi creato un eco sistema cloud base, accessibile a tutti i dipendenti delle country che hanno accesso a:
-be balance (mental health, family support, agile work, etc..)
-be curious (Learning, development, etc..)
-be prepared (financial health, disability/sick leave, etc..)
-be connected (community involvement, social wellness, etc..)
-be healthy (physical wellness, medical & pharmacy, etc..)
-be you (personal accountability, grow, etc..)

EXTERNAL INSIGHT

WELLBEING AUTENTICO, INTEGRATO E PERSISTENTE

Giorgio Casoni 
CEO 
Neocogita


Qual è la nozione di benessere che emerge dal mondo delle neuroscienze?

È una nozione che tiene conto delle trasformazioni in atto negli ultimi decenni. La cifra significativa ed evidente è che queste trasformazioni avvengono in modo molto rapido. La specie umana si è evoluta per la maggior parte in un ambiente stabile e lineare, in una condizione di cacciatore - raccoglitore: le evoluzioni che lo hanno interessato però sono avvenute in modo sempre più rapido e l’Uomo non è abituato a doversi adattare in modo così veloce, soprattutto se la trasformazione avviene in modo esponenziale piuttosto che lineare. Il nostro sistema cognitivo non è in grado di percepire questa esponenzialità. Oggi le tecnologie ci possono accompagnare in questa trasformazione.

Questa continua richiesta di adattamento da parte del contesto quindi ci tiene in una situazione permanente di stress?

Esattamente, i termini “digital dysfunction” e “zoom fatigue” sono emersi sempre di più nella letteratura a testimonianza del fatto che non siamo in grado di interagire in modo positivo con la tecnologia. Da un lato si crede di poter gestire questa complessità col multitasking, che però comporta una caduta della produttività e, in alcuni casi, un aumento dei rischi. Un elemento da citare è che, durante il covid, è stato osservato che il carico cognitivo durante le call digitali aumenta in modo evidente perché siamo nati, in quanto esseri umani, per fare interazione face-to-face: nel momento in cui questa avviene in un contesto digitale dobbiamo compensare alla mancanza di comunicazione non verbale, e il cervello quindi va sotto sforzo. Ci sono quindi una reazione ed un impatto fisiologici ai nuovi contesti digitali che andranno ad aumentare sempre di più, soprattutto se si pensa al web 3.0 e al metaverso, con una presenza digitale sempre più persistente.

Che tipo di innovazione è necessario introdurre nella cultura manageriale in questo scenario che disegni?

Io preferisco parlare di trasformatività, un neologismo che descrive meglio la continua persistenza della trasformazione. Le pratiche manageriali influenzano il wellbeing e alcuni economisti hanno iniziato a calcolare l’impatto economico che queste hanno: in ambito Nord americano, i conflitti vita – lavoro generano fino a 120 miliardi di costi alla sanità, costi che sono messi a carico della comunità e che hanno un legame incontestabile con l’ambiente lavorativo. L’azienda quindi si deve fare carico del nostro wellbeing, nelle sue componenti body, mind e brain, per poter generare una società sana e sostenibile.

Di che cosa si deve dotare oggi un’organizzazione fit for the future?

Dalla nostra esperienza, la modernità è già presente ma è distribuita in modo diseguale: le tecnologie esistono e hanno dei costi abbordabili, ma manca la consapevolezza del fatto che queste tecnologie aiutano a creare un approccio di wellbeing data driven. Se vogliamo creare delle rotture comportamentali, bisogna creare consapevolezza; il secondo aspetto è la persistenza, presentando dei protocolli di applicazione della rottura innescata. La tecnologia può essere sfruttata produttivamente per progettare interventi di wellbeing basati sul funzionamento fisiologico e cognitivo del soggetto. Quindi credo che le tre competenze fondamentali per il prossimo futuro siano:

1.     La capacità di creare consapevolezza, del sé e degli altri

2.     La metacognizione, capire i nostri processi cognitivi attraverso delle pratiche di allenamento, in virtù della plasticità cerebrale

3.     L’enterocezione, cioè la consapevolezza di come funzioniamo dal punto di vista fisiologico, grazie a delle tecnologie che ci aiutano a tracciare i nostri parametri vitali, come il battito cardiaco, e usando questi dati per modificare i nostri comportamenti e mantenendo questa modifica.

È importante che questo cambiamento inizi ai vertici, dai comportamenti manageriali, per poi scendere di livello, mantenendo sempre una certa coerenza.

WORKSHOP digitale
INNOVATION BOOST

SHARING THOUGHTS
Obiettivo: nella prima parte della room online del workshop, apriamo uno spazio per la condivisione libera delle riflessioni fatte durante l’ispirazione degli speech della plenaria

IDEA GENERATION Obiettivo: generare proposte per mettere in pratica gli spunti raccolti dagli speech nelle organizzazioni d’appartenenza
HOW, NOW, WOW!
Obiettivo: prioritizzare le proposte generate nella parte precedente attraverso una matrice che incrocia importanza e fattibilità


+


WORKSHOP fisico
MANIFESTO


Obiettivo:
i relatori lavorano alla stesura del manifesto della giornata, raccogliendo insight principali e proposte innovative



WHAT'S NEXT?

Non perdere il prossimo appuntamento
EVOLUTION EDU
27 SETTEMBRE
REGISTRATI QUI